Guestbook, kitabu cha wageni, diario degli ospiti.

È usanza che nei villaggi africani ce ne sia uno e chi passa di lì, per starci un giorno o per fermarsi nel tempo, metta il proprio nome e la data. Si registrano così partenze, passaggi, arrivi, persone, ma solo si possono immaginare le storie che portano con sé.
Prende spunto da questa tradizione africana il nostro guestbook: un libro che ci racconta l'Africa vista con gli occhi degli studenti del SISM – Segretariato Italiano Studenti di Medicina che decidono di trascorrere un mese della propria carriera universitaria in uno dei progetti di Medici con l'Africa Cuamm. Da Tosamaganga, in Tanzania, o da Wolisso, in Etiopia, saranno proprio gli studenti a raccontarci mese dopo mese non solo arrivi e partenze ma anche pensieri, scorci, vite di un mondo lontano dalle aule universitarie da cui sono partiti.
Ma lontano, poi, esiste davvero?
Wolisso project. SISM con l'Africa.
Dalle aule universitarie alla terra rossa dell'Africa sub-sahariana il passo non è poi così difficile da compiere: ci vuole energia, desiderio di conoscenza, voglia di mettersi in gioco e scoprire la medicina di un luogo 'altro'. (…)

Purtroppo siamo alla fine

Stefania, 25 anni
neolaurata all'Università Cattolica di Roma

Amo il mare, la lettura e mangiare con le mani; odio aspettare e oziare.
Io sono qui:
Wolisso,
Etiopia

01/10/2015 - Purtroppo siamo alla fine...si deve tornare a casa! Vado via con una sensazione di incompletezza, è come se avessi lasciato qualcosa in sospeso. Un mese è davvero troppo poco per poter pienamente gustare anche solo un piccolo pezzetto di Africa. É stato come spiare in silenzio, da una porta socchiusa, l'ospedale e il suo funzionamento, i paesaggi rigogliosi, la gente con il suo stile di vita, la sua cultura e le sue tradizioni.
stefania gruppo

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Health center

Stefania, 25 anni
neolaurata all'Università Cattolica di Roma

Amo il mare, la lettura e mangiare con le mani; odio aspettare e oziare.
Io sono qui:
Wolisso,
Etiopia

26/09/2015 - Oggi sono stata all'health center, punto intermedio della rete sanitaria locale (ci sono poi gli Health points come primo step di cura). Qui c'è una sala parto con un unico letto, una sala per le mamme in attesa di partorire e una per il postpartum, una emergency room, una piccolissima farmacia e due stanze per visitare i pazienti. Senza dimenticare poi la stanza in paglia e terra battuta dove si accolgono le donne con porridge e cerimonia del caffè.
stefania villaggio

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Mi sento ancora sottosopra!

Stefania, 25 anni
neolaurata all'Università Cattolica di Roma

Amo il mare, la lettura e mangiare con le mani; odio aspettare e oziare.
Io sono qui:
Wolisso,
Etiopia
19/09/2015 - I giorni in chirurgia? Un casino, un po' come in Italia certo! Ma con la differenza che qui c'è un unico chirurgo generale capace di operare qualsiasi cosa, non importa che tu sia anziano o bambino, che tu abbia tumori al seno, ernia lombare, volvoli intestinali o strani ascessi. E poi la luce che va e viene in sala... Mi sento ancora sottosopra!

Una giornata in ospedale

Alessandro, 26 anni
Neolaureato, Università degli studi dell’Insubria Varese

Mi piace condividere il tempo e le esperienze con qualcuno, ascoltare, assaggiare cibi nuovi, camminare sempre..
Io sono qui:
Tosamaganga,
Tanzania
17/09/2015 - Una tazza di caffè, qualche fetta di pane e marmellata per prepararci alla giornata; pochi passi separano la guest house dall'ospedale. Sono le 8, ora del meeting che segna l'inizio di ogni giorno di lavoro: con una parola di swahili e una d'inglese, medici e infermieri elencano i ricoveri e i deceduti dei giorni precedenti, esprimendo a turno le problematiche degne di attenzione; il tutto avviene in un clima composto. Mi è difficile afferrare tutte le parole e chiedo spiegazioni a Sara, specializzanda seduta accanto a me.

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La donna africana

Andrea, 25 anni
Neospecializzando in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie, Roma

Cittadino del mondo, mi piace scoprire nuove culture. Non mi piacciono gli sprechi e chi si lamenta senza batter ciglio per migliorare la sua condizione.
Io sono qui:
Tosamaganga,
Tanzania
14/09/2015 - Paolo Rumiz, nel libro "Il bene ostinato", riporta una frase incisa su un muro della sede CUAMM a Padova: "Vorrei essere forte come la donna africana, avere i piedi stabili, decisi nel contatto con la terra". Mi è tornata in mente scattando questa foto, e non poteva essere altrimenti:andrea 1

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Stare in Maternity è triste

Stefania, 25 anni
neolaurata all'Università Cattolica di Roma

Amo il mare, la lettura e mangiare con le mani; odio aspettare e oziare.
Io sono qui:
Wolisso,
Etiopia
13/09/2015 - Stare in Maternity è triste. Si combatte ogni giorno per un migliore management dei parti ma i risultati sono ancora pochi. Troppi parti con il forcipe, pochi cesarei, troppi neonati con poche speranze.

Ed è solo l'inizio

Stefania, 25 anni
neolaurata all'Università Cattolica di Roma

Amo il mare, la lettura e mangiare con le mani; odio aspettare e oziare.
Io sono qui:
Wolisso,
Etiopia
09/09/2015 - L'inizio della mia avventura a Wolisso non è stato niente male, ricco di immagini, volti, suoni e soprattutto odori: l'ospedale così "poco ospedale" con le sue stanze piccole, affollate, sporche e puzzolenti; Carla (la mia compagna di viaggio) , i medici e lo staff di Medici con l'Africa Cuamm, che sono la mia nuova famiglia africana; gli amici ostetrici; il mercato di Wolisso, la collina, la pioggia, gli insetti, le capre, gli asini, le mucche e gli animali dappertutto, l'injera, l'altoparlante della chiesa... e tanta curiosità!.

Karibu giovani medici!

Alessandra
neolaureata all'Università di Pisa

Mi piace viaggiare e pensare con la mia testa, cogliere la complessità delle cose e la bellezza della vita e in questo momento più che mai amo la determinazione. Odio le catene e la prepotenza.
Io sono qui:
Tosamaganga,
Tanzania
08/09/2015 - Hakuna matata, kidogo kidogo, pole pole, asante sana...ecco, colleziono vocaboli in swahili catturati dalle conversazioni e dal dizionario e appiccicati qua e là con colla di miele, in modo da rimediare un buon incipit per questo breve reportage di vita tanzaniana, a poco più di tre settimane dal mio arrivo. Come mi sento? Bene, a casa. Grazie all'inesauribile ospitalità della gente del posto e al buon umore degli altri volontari CUAMM sentirsi a proprio agio è stato semplicemente naturale.
alessandra 1

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La festa di laurea delle infermiere

Alessandro, 26 anni
Neolaureato, Università degli studi dell’Insubria Varese

Mi piace condividere il tempo e le esperienze con qualcuno, ascoltare, assaggiare cibi nuovi, camminare sempre..
Io sono qui:
Tosamaganga,
Tanzania
05/09/2015 - Oggi è sabato e spinti dalla curiosità di Andrea decidiamo di salire in paese a Tosamaganga per partecipare alla festa di laurea delle studentesse infermiere. Qualche giorno prima infatti in ospedale, con nostra sorpresa, avevamo ricevuto il volantino d'invito. Con noi c'è Davide, studente del collegio CUAMM di Padova, nostro compagno nel mese in Tanzania. Una breve salita di una ventina di minuti a piedi ci porta nei pressi di una chiesa dove molte persone si stanno radunando: la festa infatti inizierà con una messa. Al nostro ingresso le studentesse sono già disposte in abito bianco sulle prime panche e a ritmo di musica danzano e cantano all'unisono. La celebrazione prosegue piena di vita e di entusiasmo. In quanto a lode e a festa possiamo proprio dire che queste persone siano mille anni luce avanti a noi!

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Festina lente

Andrea, 25 anni
Neospecializzando in Medicina di Comunità e delle Cure Primarie, Roma

Cittadino del mondo, mi piace scoprire nuove culture. Non mi piacciono gli sprechi e chi si lamenta senza batter ciglio per migliorare la sua condizione.
Io sono qui:
Tosamaganga,
Tanzania
04/09/2015 - La lentezza è un'arma a doppio taglio: può essere un pregio ma anche un difetto. Qui si manifesta senza mezze misure. Si contrappone alla frenesia dell'occidente immobile nella sua entropia, quell'occidente davvero convinto di essere tutto. Qui si vive il presente come un dono, non si pensa al domani. Vivere l'oggi è già un successo, una vittoria che merita di essere sempre vissuta a pieno, con il sorriso, godendosi lentamente ogni momento, come per metabolizzare profondamente ciò che di buono offre la giornata. La faccia bella della medaglia "lentezza" nella drammaticità quotidiana.

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